L’attesa di intravedere in strada il ritorno a quella normalità che diluiva i contorni dei nostri programmi – prima della pandemia – è stata lunga. Oggi siamo grandi e vaccinati, e l’idea di comprare il biglietto per un concerto è eccitante come era stata per anni. Torneremo ai concerti, distanti felici e sudati come post-adolescenti tesi ad assorbire tutto – fino alla sapidità dell’aria.
Ci troveremo così a ringraziare Degustazioni Musicali, Letz e tutti i responsabili – perché avremo a Terni, nella splendida cornice dell’Anfiteatro Romano, Micah P. Hinson e Stuart Braithwaite, per due solo concert che promettono finalmente un rumoroso ritorno all’esperienza collettiva, cuore palpitante degli eventi che hanno a dire qualcosa.
Micah P. Hinson è un cantautore del Tennessee che conosce piuttosto bene l’Umbria – l’abbiamo visto al Serendipity nel 2016, tanto per dirne una. Cresciuto in una famiglia cattolica e conservatrice nel pieno del sole del Texas, Hinson viene definito uno che mescola sonorità del country tradizionale con il blues e il gospel: dicono che sia uno dei pochi veri folksinger rimasti in circolazione, e che la sua voce sembri venire “dai tempi di Johnny Cash e di John Denver”.
Hinson è in procinto di presentare un nuovo disco, prodotto da Alessandro “Asso” Stefana, già collaboratore tra gli altri di Pj Harvey, Mike Patton e Vinicio Capossela. Si esibirà a Terni il 1 Agosto, dopo un breve tour italiano.
Stuart Braithwaite suonerà certo un nome molto più familiare in riferimento alla band di cui è leader e chitarrista, i Mogwai. La band scozzese, che conta all’attivo dieci album e quasi vent’anni di carriera, è ormai un riferimento immancabile per chiunque approcci ad un discorso su quel che è stato della musica dopo il 1999.
Cosa aspettarsi da un solo show di Braithwaite? Chitarre, essenzialmente. E quello che la stampa specializzata definisce un magmatico minimalismo. Un concerto rumoroso ma intimo. Forse qualche pezzo dei Mogwai, e la sensazione che il peggio sia passato.
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