La mostra Retoriche del corpo, a cura di Pasquale Fameli, offre un piccolo ma significativo spaccato della ricerca performativa degli anni Settanta attraverso alcuni documenti video provenienti dall’archivio de Le Macchine Celibi di Bologna.
Al centro di queste azioni vi è fondamentalmente il corpo dell’artista inteso come “corpo sociale”, ossia come medium imprescindibile per esperire affetti, relazioni, conflitti, rituali e costruzioni identitarie.
Il percorso espositivo, allestito all’interno della Sala Ronchini, project room del Centro Arti Opificio Siri di Terni, si snoda attraverso operazioni iconiche dell’arte di quegli anni: Art must be beautiful, artist must be beautiful (1975) di Marina Abramović, Documentario N. 3 (1977) di Vincenzo Agnetti, I like America and America likes me (1974) di Joseph Beuys, Ciò che sempre parla in silenzio è il corpo (1974) di Alighiero Boetti e Aktion No. 56 (1977) di Hermann Nitsch.
Il video si riconferma in questa mostra come mezzo elettivo ed estensivo della performance, come strumento capace di preservare e offrire a nuova circolazione azioni effimere, altrimenti irrecuperabili nella loro totalità.
Ai video sono affiancate inoltre serigrafie e litografie degli stessi autori e di altri protagonisti della stagione del “comportamento” quali Arnulf Rainer e Dennis Oppenheim, provenienti da una collezione privata bolognese. La mostra, a ingresso gratuito, sarà inaugurata sabato 18 luglio alle ore 17 e sarà visitabile fino al 13 settembre negli orari di apertura del museo.